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Negli ultimi decenni, l’attenzione verso le tematiche ambientali è aumentata in modo significativo, e l’Europa, da tempo impegnata nella lotta alle emissioni nocive, sta per introdurre il nuovo standard Euro 7 che interesserà tutte le nuove tipologie di veicoli.

Questa normativa arriva in un periodo cruciale, con il settore dei trasporti che sta vivendo una rivoluzione verso la mobilità elettrica e con progetti ambiziosi di eliminazione graduale dei veicoli a motore termico.

All’interno di questo articolo vediamo, quindi, più nel dettaglio la normativa Euro 7, esplorando le sue caratteristiche e analizzando le varie prospettive che riguarderanno l’evoluzione futura dei mezzi di trasporto.

Prima di iniziare, però, ci teniamo a sottolineare che un veicolo, a prescindere dalla sua classe ambientale, può essere acquistato anche in un altro Paese Europeo. Tuttavia, in questa situazione, per poter circolare a tempo indeterminato in Italia senza rischiare di incorrere in sanzioni, è essenziale effettuare una nuova immatricolazione del mezzo.

Per portare a termine questo procedimento la Motorizzazione Civile ti richiederà di presentare il certificato di conformità, un documento che attesta il rispetto degli standard di omologazione previsti a livello europeo. Il modo più semplice e veloce per ottenere questo certificato è tramite il servizio offerto dal nostro portale EUROCOC con cui puoi effettuare la richiesta direttamente online e ricevere il documento a casa tramite corriere in pochi giorni lavorativi.

Che Cos’è la Classificazione Euro 7?

Dal 1992, l’Europa ha adottato una serie di standard per limitare le emissioni inquinanti dei vari veicoli, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del trasporto su strada. Questi regolamenti, noti come normative Euro, hanno imposto ai produttori automobilistici restrizioni sempre più severe sulle emissioni di anidride carbonica (Co2), particolato (PM) e ossidi di azoto (NOx).

Con il passare degli anni, ogni nuovo aggiornamento ha introdotto limiti sempre più stringenti, riflettendo l’evoluzione delle tecnologie e l’urgente necessità di affrontare con più attenzione i problemi legati all’ambiente.

Fino a ora, la sequenza degli standard Euro si è evoluta come segue:

  • Euro 1 nel 1992,
  • Euro 2 nel 1995,
  • Euro 3 nel 1999,
  • Euro 4 nel 2005,
  • Euro 5 nel 2008,
  • Seguiti da diverse fasi dell’Euro 6, introdotte a partire dal 2014 fino al 2021.

Eventi significativi, come lo scandalo Volkswagen nel 2015 e l’introduzione del ciclo di test WLTP nel 2017, hanno segnato punti di svolta nell’approccio europeo alle emissioni dei vari mezzi di trasporto, portando a una maggiore attenzione verso test più realistici e a normative più rigorose.

Ora, con l’attenzione rivolta al 2035 e con l’obiettivo di cessare la vendita di veicoli a combustione interna in linea con l’ambizione del Green Deal europeo, è emersa la necessità di varare il nuovo standard Euro 7.

Questo nuova regolamentazione mira a semplificare e a rafforzare ulteriormente i limiti di emissione stabiliti dall’Euro 6 al fine di affrontare in modo più efficace il problema dell’inquinamento atmosferico, soprattutto in termini di ossidi di azoto e particolato, che rappresentano una sfida significativa per le città europee, in particolare per quelle del Nord Italia.

Euro 7, al momento, è solamente una proposta formulata da parte della Commissione Europea e deve ancora essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio d’Europa.

L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’aria e di tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente, stabilendo limiti più severi per le sostanze inquinanti come ammoniaca e formaldeide e, per la prima volta, introducendo limiti per le emissioni di particolato ultra fine provenienti dai freni e per le emissioni di microplastiche dagli pneumatici.

In Norvegia, ad esempio, dove la maggior parte dei veicoli venduti nel 2022 erano elettrici, si è notato, infatti, un aumento delle micropolveri provenienti proprio dall’usura delle gomme e dall’asfalto. Ciò è causato dal maggior peso dei veicoli elettrici dotati di set di batterie che, di conseguenza, incrementa l’attrito e l’abrasione degli pneumatici.

Lo standard Euro 7 prevede in aggiunta l’introduzione di limiti per nuove sostanze, come il protossido di azoto per i veicoli pesanti, e un raddoppio dei requisiti di durabilità rispetto alle precedenti limitazioni introdotte con l’Euro 6.

Inoltre, i test di omologazione saranno aggiornati al fine di riflettere condizioni di guida più realistiche, includendo l’utilizzo urbano e test a temperature fino a 45 gradi.

Infine, queste nuove norme si adatteranno alla mobilità emergente, introducendo anche requisiti per la durata delle batterie dei veicoli elettrici.

Quali sono i Limiti per Diesel o Benzina per Euro 7?

Il nuovo standard Euro 7 segna, quindi, un’ulteriore innovazione nel contesto degli standard europei per le emissioni dei veicoli, mirando a una riduzione sostanziale degli inquinanti atmosferici.

L’intento della Commissione Europea è quello di diminuire l’impatto ambientale dei veicoli su strada, che nel 2018 erano responsabili di oltre il 39% delle emissioni di ossidi di azoto e del 10% delle particelle sottili in tutta l’Unione Europea.

Con l’introduzione di Euro 7, si stima una riduzione delle emissioni di ossidi di azoto dal 35% al 56% e di particolato dal 13% al 39% rispetto agli standard Euro 6, a seconda della tipologia di veicolo presa in considerazione.

Di seguito, un confronto dei limiti di emissione tra Euro 7 ed Euro 6 per autoveicoli e autocarri leggeri:

Tipo di Emissione Euro 7 Euro 6
Ox per km 60 mg/km 60 mg/km (benzina) / 80 mg/km (diesel)
PM per km 4,5 mg/km 4,5 mg/km
CO per km 500 mg/km 1000 mg/km (benzina) / 500 mg/km (diesel)
PN per km 6+10^11 6+10^11
THC per km 100 mg/km 100 mg/km
NMHC per km 68 mg/km 68 mg/km

Le variazioni nei limiti di emissione introdotti da Euro 7 rispetto a Euro 6 non risultano particolarmente marcate, eccetto per l’eliminazione della distinzione tra veicoli a benzina e diesel, i quali dovranno ora attenersi agli stessi standard, senza superare i limiti precedentemente fissati per i veicoli a benzina.

I valori di riferimento per Euro 6 menzionati all’interno della tabella corrispondono a quelli stabiliti per Euro 6b, rimasti invariati anche con l’introduzione della classe Euro 6d. Tale continuità si spiega con l’introduzione di metodologie di test più accurate, motivate anche dalle rivelazioni emerse a seguito dello scandalo Volkswagen.

Una novità importante del nuovo standard Euro 7 è, inoltre, l’introduzione di limiti specifici per viaggi inferiori a 10 km, che prima non erano presi in considerazione dai precedenti standard:

  • NOx: 600 mg
  • PM: 45 mg
  • PN10: 6×10^12
  • CO: 5000 mg
  • THC: 1000 mg
  • NMHC: 680 mg
  • NH3: 200 mg

Euro 7 introduce anche dei nuovi limiti più stringenti per le emissioni evaporative dei veicoli a benzina, migliorando i valori già imposti da Euro 6c ed Euro 6d:

  • Prova a caldo + 2 giorni di test diurno: da 0,3-0,65 g (Euro 6) a 0,50 g (Euro 7)
  • Emissioni al rifornimento: da 0,053 g/l (Euro 6) a 0,05 g/l (Euro 7)

Altre novità di Euro 7 includono le seguenti limitazioni:

  • NH3 per km: 20 mg/km, e per viaggio (<10 km): 200 mg
  • Particolato dei freni: PM10 7mg/km (fino al 2034), 3 mg/km (dal 2035)
  • Stato di carica minimo della batteria: 80% fino a 5 anni/100.000 km, poi 70% da 5 anni/100.000 km a 8 anni/160.000 km

Quando Entrerà in Vigore l’Euro 7?

È importante sottolineare che, al momento della stesura di questo articolo, Euro 7 è ancora solamente una proposta avanzata dalla Commissione Europea, in attesa di approvazione da parte del Parlamento e del Consiglio dell’Unione Europea.

Se la proposta dovesse essere accolta come previsto, si prevede che il nuovo standard entrerà in vigore a partire dal 1° luglio 2025 per autoveicoli e furgoni, e dal 1° luglio 2027 per i veicoli pesanti.

Questo schema riguarderà solamente le nuove omologazioni e non avrà effetti retroattivi sui veicoli già in circolazione, salvo eventuali restrizioni locali che potrebbero essere imposte dai singoli Comuni.

Dunque, a partire da queste date, i produttori di veicoli saranno tenuti a conformarsi ai nuovi standard per poter vendere i loro prodotti all’interno dell’Unione Europea.

Tuttavia, è opportuno considerare che, data la complessità e i tempi legislativi non molto rapidi, non è esclusa la possibilità di un rinvio dell’attuazione del nuovo standard Euro 7 al 2026 od oltre, considerando che al momento mancano poco più di due anni alla data teorica di entrata in vigore proposta attualmente dalla Commissione.

Quando È Prevista l’Uscita delle Prime Auto Euro 7?

Come abbiamo visto, quindi, la data proposta dalla Commissione Europea per l’introduzione obbligatoria delle vendite di veicoli conformi allo standard Euro 7 è a partire dal 1° luglio 2025. Tuttavia, vari produttori automobilistici hanno sollecitato un posticipo di tale scadenza di almeno un anno.

Considerando che la situazione attuale non è ancora ben definita e che la definizione finale degli standard Euro 7 rimane in sospeso, non è possibile determinare con precisione quando saranno disponibili sul mercato le prime vetture che saranno conformi a tale normativa.

Quali Saranno gli Impatti Economici Possibili dell’Introduzione di Euro 7?

L’implementazione dello standard Euro 7 porterà in modo inevitabile a un incremento del costo di vendita dei veicoli. Si prevede, infatti, che il prezzo medio di ogni autovettura aumenterà di una cifra compresa tra 90 e 150 euro, mentre per i veicoli pesanti l’incremento di costo sarà notevolmente maggiore, raggiungendo fino a ben 2.600 euro aggiuntivi per unità rispetto ai prezzi attuali.

La Commissione Europea, però, sostiene che questo sovrapprezzo sarà un investimento necessario per la salvaguardia della salute pubblica e per la protezione dell’ambiente.

Quali sono i Dubbi a riguardo dello Standard Euro 7 di Costruttori, Governo e Ambientalisti?

Riguardo alle normative proposte, sono emerse una serie di preoccupazioni da parte dei principali costruttori di automobili europei, in particolare attraverso l’ACEA, l’associazione europea dei costruttori di automobili.

Il suo direttore, Sigrid de Vries, ha, infatti, espresso preoccupazione per un potenziale aumento del costo delle auto nuove che, secondo le sue ipotesi, potrebbe arrivare fino a circa 2.000 euro. Questo importante incremento è attribuibile alla necessità di ulteriori investimenti al fine di conformare i nuovi veicoli ai requisiti di emissione previsti dall’Euro 7, i quali coprirebbero quel “5% di condizioni di guida non ancora affrontate dall’attuale Euro 6”.

Dall’Italia, l’ANFIA, che rappresenta l’industria automobilistica italiana, stima un aumento medio del prezzo delle auto del 3% e critica in modo duro l’attuale proposta di Euro 7, descrivendola come “incompleta, approssimativa, incongruente ed eccessivamente onerosa”, nonché “inaccettabile nella sua forma attuale”.

Il Governo italiano, con il ministro Salvini in prima linea, ha definito Euro 7 come una “fissazione ideologica”, ritenendola superflua in vista del futuro stop alla vendita di veicoli a combustione interna previsto per il 2035.

Anche gli ambientalisti di Transport & Environment hanno espresso critiche verso queste nuove limitazioni, considerando la proposta “troppo blanda, quasi come se fosse stata redatta dall’industria automobilistica stessa”, e avvertendo che porterà alla circolazione di quasi 100 milioni di veicoli fortemente inquinanti per i prossimi decenni.

In conclusione, l’introduzione dello standard Euro 7 rappresenta un momento decisivo per l’Europa nel suo cammino verso una mobilità più sostenibile e verso una maggiore attenzione per il rispetto dell’ambiente. Sebbene la proposta attuale sollevi preoccupazioni tra i costruttori di automobili, i governi e gli ambientalisti, evidenzia comunque l’importanza di un equilibrio tra progresso tecnologico, sostenibilità ambientale e fattibilità economica.

Mentre la Commissione Europea lavora per affinare e finalizzare lo standard, la collaborazione tra tutte le parti interessate sarà fondamentale al fine di garantire che Euro 7 possa effettivamente contribuire a migliorare la qualità dell’aria e a ridurre l’impatto ambientale dei veicoli sia a combustione che elettrici, senza gravare eccessivamente sull’industria automobilistica nonché sui consumatori.